Fausto Masnada, l’anguilla di Brembilla

Probabilmente la sua fuga al Giro d’Italia a Campo Imperatore è stato uno dei momenti più intensi dell’ultimo Giro, la preda che scappa ormai cosciente del suo destino. Fa parte del DNA dei corridori di Gianni Savio dare l’anima fino alla fine e anche il giovane bergamasco sta dimostrando questa attitudine. Lo abbiamo sentito oggi, di ritorno dall’ allenamento che sta svolgendo a Livigno per preparare il finale di stagione. Due settimane assieme a tutta la Androni, al comando dell’ Italian Cup, standing che permette al vincitore di partecipare di diritto al Giro d’Italia l’anno seguente.

 Fausto Masnada, classe 1993 da Brembilla, dopo una carriera da Under alla Colpack, si sta confermando uno degli scalatori più interessanti del nostro panorama, capace di fare belle cose sia al Giro di Lombardia, che al Giro d’Italia.

Fausto, la fuga a Campo Imperatore e la tua fatica sono ancora nelle case degli italiani . Che ricordi hai di quella giornata? “ Ero nella fuga grossa, tutto il giorno a blocco. Negli ultimi 50 Km però si è rotto l’accordo, i Bahrain hanno smesso di tirare, così da otto minuti di vantaggio ne abbiamo persi tre in pochi Km. Al bivio per Campo Imperatore è partito Brambilla e così l’ho seguito. Avevo grandi sensazioni e poi la spinta di Gianni Savio, che ogni mattina ci ripete di stare in TV il più tempo possibile”

Sei stato un senatore alla Colpack da Under 23. Che differenze noti tra la corazzata bergamasca ed una squadra Professional?

L’organizzazione della Colpack è mostruosa, non ha nulla da invidiare a formazioni maggiori. Credo che se avessero la voglia ed il budget per  passare ai piani alti non avrebbero nessun problema”

All’Androni hai potuto conoscere da vicino Egan Bernal. Che impressioni hai avuto dal fenomeno colombiano? “ Egan è pazzesco. Ha la testa di un corridore di trentacinque anni ed un motore assurdo. Anche quando non è in giornata rimane davanti con i migliori ”.

Alla Colpack eri soprannominato il killer, poi dopo il Giro Simone Consonni ha iniziato nelle sue Insta Storyes a chiamarti L’anguilla di Brembilla. Quale è la genesi di questo soprannome? “ Lo ha coniato Davide Ballerini.  L’Anguilla di Brembilla perché in salita quando spingo oscillo come un’anguilla”.

Il ricordo più duro del Giro.

“ Colle delle Finestre, la salita più lunga della mia vita. Un’ora di attacchi per andare in fuga, poi quando la Orica ha iniziato a tirare ci hanno ripresi.  Ho provato a rimanere nel gruppo dei migliori finchè Sky ha iniziato il forcing. Da lì in poi è stato uno sparpaglio totale. Salivo a 6 Km/h, non muovevo la bici. Un’odissea arrivare al traguardo”.

Che cosa ti ha dato il Giro?

“ Ho notato differenze nel motore. Prima dopo cinque ore di allenamento arrivavo già stanco e provato, dopo il Giro ho notato di avere ancora la brillantezza per fare lavori anche a fine allenamento”.

Lo scorso anno al Lombardia sul Sormano mi hai impressionato. Che ricordi hai della tua classica?

“ Mi ero rotto lo scafoide ad inizio stagione e dopo tre mesi di stop non sapevo le mie reali condizioni. Mi sentivo bene dopo le corse di settembre, così al Lombardia non ho provato fughe, ho solo cercato di rimanere più a lungo con i primi. Dopo il Sormano con i big, ho gettato al vento la possibilità di raccogliere un risultato migliore. Due scatti inutili prima del San Fermo mi hanno tagliato le gambe, e quando la FDJ ha cambiato ritmo mi sono staccato. Avrei potuto arrivare col gruppetto della volata dietro Nibali”

Sempre restando in ottica Lombardia, nel 2015 vincevi il Piccolo Lombardia tagliando il traguardo a braccetto con Giulio Ciccone. Rifaresti una cosa simile nel mondo dei pro? “  (Ride)… No! Ora no! La gara va al di là dell’amicizia”

Il 30 settembre c’è il Mondiale del secolo. Sogni di dire un giorno ai tuoi figli di aver fatto parte di quella selezione?

“ No, non ci spero, già una convocazione da riserva sarebbe un grande onore. Mi sto preparando al meglio per andare forte nelle prossime gare italiane. Agostoni, Bernocchi, Pantani ed Emilia, poi si vedrà”.

Credi anche tu che il futuro Campione del  Mondo dovrà passare per la Vuelta? “ Certamente, una corsa di tre settimane ti dà un ritmo impossibile da simulare con gli allenamenti”.

Ultima domanda. Fausto Masnada è scaramantico? “ Quando sono nervoso e mi incazzo vuol dire che sto bene. Ti aspetto a Bergamo per una cena e anche per un bel giro in bici! ”.

 

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