Sci Alpino: uno sport da pazzi scellerati

Sembra facile vedendolo in televisione, uno sport come un altro con tutte le sue peculiarità. Eppure chi ha vissuto dentro questo sport, sa cosa vuol dire praticarlo. Uno sport fatto da un minuto di prestazione, dove si combatte per la vittoria sul filo dei centesimi di secondo e dove ogni minimo errore può costarti tutto.

In un minuto di prestazione sono racchiusi mesi di preparazione e anni di allenamento. Ogni singolo km in bici, ogni singolo kg di ghisa alzato nei luoghi di culto, ogni singolo scatto e ogni singola goccia di sudore versata sui campi di atletica, ogni singolo giro e ogni singolo palo abbattuto, tutti elementi che vanno a sommarsi per permettere la migliore riuscita di un minuto di prestazione, eppure tutto ciò non è ancora abbastanza. Certo, sono gli elementi fondamentali per costruirsi una forma fisica decente in vista delle gare invernali, ma non sono sufficienti alla buona riuscita di queste ultime.

E qui entrano in gioco le variabili delle gare di sci, variabili da far andar fuori di testa per un solo minuto di prestazione. Basta infatti un attimo per compromettere tutto, una linea sbagliata per pochi centimetri all’entrata di un curvone da discesa, o lo spostamento eccessivo del piede che può farti inforcare e perdere tutto in slalom. E ancora le sbagliate interpretazioni dei dossi, i tempismi non corretti, l’errata preparazione del materiale e le buche non calcolate. E quando finalmente pensi di aver compiuto la prestazione perfetta e di aver sfruttato al meglio tutte le situazioni… E’ la volta che hai tenuto troppo.

Lo sci alpino non è uno sport migliore di altri, ne se vogliamo più bello degli altri, ma è così difficile trovare un altro sport in cui forza, velocità, resistenza e coordinazione debbano confluire in maniera perfetta per poter permettere la riuscita della prestazione di un solo minuto. Come è così difficile aver tutte queste variabili in gioco. Eppure è uno sport che ti attira, che ti trattiene, che ti spinge a migliorarti nonostante sia molto difficile portare a casa ciò che il proprio valore permetterebbe di ottenere. Ed è per tutto questo che bisogna essere un po’ “pazzi” per continuare a praticarlo, perché tutti sanno che comunque vada tutte le esperienze fatte nell’ambiente, tutte le gare a cui si è aperto il cancelletto e tutte le sconfitte, nonostante siano tali, ti lasceranno sempre quel qualcosa in più.

@mich_garbin

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