E venne il giorno di Greg Van Avermaet, Nibali vincitore morale.Il pagellone di RIO

Greg Van Avermaet Rio 2016

Un giorno olimpico come lo volevamo, corso su un terreno da brividi, tra favelas, foreste e salite da far tremare chiunque, il tutto condito da quella umidità che attacca i body alla pelle, risaltando tutta la potenza ed i watt dei corridori. Un’ olimpiade bellissima, sembrava di essere a Pechino 2008, sembrava girare tutto per il verso giusto, con le chat di molti italiani intasate dagli scleri davanti agli attachi di Vincenzo Nibali. Un’ olimpiade iniziata in mezzo al pavé delle favelas, con i corridori africani incapaci di rimanere in sella mentre davanti i fiamminghi mangiavano tranquillamente panini, un’ olimpiade con Gereint Thomas che emanava stile dal suo Oakley bianco alla partenza facendo scuola a tutti quanti. L’olimpiade Vintage, con i cartelli degli ultimi chilometri con un carattere che ci ha fatto ritornare ai fasti del ciclismo eroico, quello di maitre Jaques Anquetil, Ugo KobletFausto Coppi. Un percorso durissimo, con protagonista la salita di Vista Chinesa in mezzo ad una foresta che rimarrà per sempre nella nostra mente, dove Nibali e Aru hanno attaccato in discesa a 33 KM dal traguardo. L’ azione dei due combattenti del sud, lo Squalo ed il Cavaliere dei quattro mori, mettendo alla prova il telaio delle loro Specialized aerografate come non mai. E’ stata anche l’ olimpiade del #Bikeporn fin dalla vigilia, con le bici arereografate Specialized, i body vintage e le Obermayer di Nibali; non parliamo poi delle occhialate. Tutto si è spento quando i conti sembravano già fatti, bisognava aspettare solamente il colore del metallo. Una caduta dello squalo sul suo terreno, il terreno che lo ha sempre visto protagonista, dalle Dolomiti, ai Pirenei fino al Giro di Lombardia : la discesa. La corsa è così andata al fiammingo Greg Van Avermaet, l’eterno secondo, dietro di lui un grande Jakob Fuglsang con il furbo di giornata Rafal Majka in terza posizione. Andiamo al pagellone:

Greg Van Avermaet: crescere fin da piccoli con le stimmate dell’eterno secondo, quello meno amato dai fiamminghi credenti nel solo Dio Boonen. Quello provinciale, che al mattino scende dal Bus e rimane con i giornalisti belgi a parlare ore mentre Froome scappa non appena sceso. Mai vincitore di una grande classica, lui che sogna fin da bambino il Fiandre e la Roubaix. Vincere su un percorso così duro per lui è stato un gesto atletico pazzesco ma il numero fatto sull’ Aspin al Tour era stato un grande segnale. Chi lo avrebbe detto? nemmeno lui che ora tornerà a casa e passerà l’ inverno impegnato in cene di gala, kermesse e trasmissoni televisive fiamminghe. Voto:10

Vincenzo Nibali: che spettacolo, troppo bello per essere vero, sarebbe stato il protagonista di questa olimpiade per le emozioni regalateci, Bolt chi? Pellegrini chi? Vederlo così attivo, così padrone, così sicuro di essere il più forte. Vorremmo cento di questi giorni, queste corse di un giorno che lo vedono così protagonista e fanno emergere tutta la sua fantasia. Sulla salita di Villa Chinesa fa le sue classiche rasoiate, resistono solamente Henao e Majka. Sfortunatamente non due persone ragionevoli, incapaci di fiutare il grande colpo. Nessuno collabora, Henao forse non ne ha, Majka invece fa il furbo. Peccato Vincenzo, hai animato la corsa ancora una volta, sarebbe andata diversamente senza quei due, non sarebbe finita così. Che batosta, una caduta che sarà dura da digerire, forse impossibile. Vincitore morale. Voto:10

Jakob Fuglsang: che intelligenza, senza squadra, ma con un cervello enorme. L’ unico a leggere la gara nel giusto modo, a ragionare fuorisoglia e a capire che la medaglia era importantissima, indipendentemente dal metallo. Alla vigillia il re dello stile Brian Holm lo aveva apostrofato per la sua stupenda divisa. Bravo Jakob e bravo Slongo, questa medaglia è un pò sua. Voto:9

Geraint Thomas: gli anni passano, il ciclismo è investito dalla globalizzazione, ma corridori come lui dimostrano quanto gli stati africani ed asiatici ne debbano fare ancora di strada. Alla partenza il baronetto gallese con il suo solito jawbone bianco fa emergere tutto il suo carisma e la sua eleganza in bici. Anche lui a terra, dopo una fuga bellissima, troppo viscide le strade brasiliane per uno come lui. Voto:8

Astana: quattro anni fa vinse il capo, questa volta invece non hanno vinto ma sembrava di essere ad uno di quei classici raduni pre stagionali sul Teide. Nibali, Aru, Fuglsang, Zeits, Kangert. Vedendo il danese Fuglsang tirare per Nibali ci ha fatto ritornare in mente le menate di Bernhard Eisel con la maglia austriaca per Cavendish a Londra 2012. Protagonisti assoluti i cosacchi di Vino. Voto:8

Sergio Henao: brillantissimo, l’unico a tenere a galla la Colombia. L’ ultimo a non mollare il passo di Nibali in salita. Dopo anni nell’anonimato si è visto protagonista nel bene in fuga e nel male con una brutta caduta. Voto:7

Rafal Majka: non ci è piaciuto. Avrà anche vinto una medaglia alle Olimpiadi, ma corridori come lui dimostrano la differenza tra i campioni e quelli che i campioni li guardano vincere. Un atteggiamento incomprensibile, nemmeno un cambio a Nibali ed Henao, un terzetto che poteva andare al traguardo. Voto: 6

Julian Alaphilippe: chi dorme non piglia pesci…che occasione sprecata per il francesino, protagonista di una corsa accesasi troppo tardi, ma animata da una gamba indegna, capace di ricucire tutto il gap da solo. Vederlo staccare Froome è stata una libidine, purtroppo per lui anche una caduta nella picchiata verso Costa Rainera. Un corridore stupendo, sempre all’ arrembaggio, ci vediamo sulle Ardenne nel 2017 JulianVoto:8

Andrey Zeits: uno dei più attivi in gruppo, capace di uscire da solo e riportarsi sui contrattaccanti mentre il gruppo tirato dalla Spagna era incapace di ricucire il gap. Vino ha fatto buona scuola, ma che menare oggi! Voto:7

Michal Kwiatkowski: che personaggio, in fuga dopo 1oKm, autore di una giornata costantemente in televisione. Rimasto solo davanti, si fa raggiungere dal gruppo Nibali ed invece di rimanere a ruota si mette davanti a tirare per Majka  staccandosi pochi Km dopo. Averne di corridori così. Voto:7

Italia: erano anni che non si vedeva un’ Italia così, paragonabile a quella di Cunego e Ballan a Varese 2008 che faceva impazzire Auro Bulbarelli. Protagonisti con  il “rosso di Buia” Alessandro de Marchi, un immenso Caruso e con uno splendido Aru a sacrificarsi per Nibali. Unica nota negativa Diego Rosa. Un corridore del suo calibro non può fare queste magre figure. La sua mancanza si è sentita, avrebbe lavorato prima di Aru e le sue menate avrebbero fatto molto male a Van Avermaet lasciando più coperto Vincenzo. Col senno di poi Gianluca Brambilla sarebbe stato l’ uomo perfetto. Ma con i se… Voto:7

Spagna: la solita storia, il solito copione: Spagna favorita ma incapace di leggere la corsa. Da lodare però Valverde, oggi non ha fatto il “cane” come molte altre volte. Resosi conto di non essere al meglio, ha dato tutto alla causa Rodriguez. Voto:4

Wouter Poels: era tra i nostri favoriti, dopo una Liegi ed un Tour dove ha spaccato in due il suo Garmin con tutti quei Watt. Forse il dj del Team Sky ha speso troppo alla Gran Boucle, oggi non era lui, non era il Poels con la faccia deforme che fa quello che vuole in testa al gruppo. Voto:3

Rigo Uran: c’era una volta il subcampeon olimpico de Londra 2012, tuttavia in questi anni Rigo ha perso smalto, troppo impegnato nei suoi Rigo Store e troppo poco protagonista in strada. Grazie per quello che ci hai dato e per il tuo amore nei confronti del Giro d’Italia. Voto:3

Tim Wellens: grande delusione, si stacca in mezzo alle favelas brasiliane, quasi spaesato davanti ad una realtà così diversa dal suo Belgio. Olimpiade negativa per un uomo molto atteso come lui . Voto:2

Chris Froome: finalmente lo abbiamo visto correre una corsa di un giorno e come prevedavamo lo abbiamo visto in seria crisi senza la sua amica radiolina. Vederlo pedalare accanto a Nibali, Rodriguez, Valverde e Van Avermaet ha fatto emergere tutta la sua bruttezza in sella. Questi campioni quando lo hanno seminato avranno pensato in cuor loro: “Ritorna sul carrello della spesa al Tour, alle gare di un giorno ci pensiamo noi”. Fortunatamente lo dobbiamo sopportare solamente per tre settimane a Luglio. Caro Chris, attaccare in una ridicola discesa pirenaica non è bastato a farti amare dallo Swatt Club, sei troppo diverso dagli uomini con un grande cuore come Vincenzo, Sagan e quegli animali che distruggono il pavé del nord ogni primavera. Voto:1

Sede stradale : Porte, Nibali, Thomas… Gente favorita privata del sogno olimpico a causa di un marciapiede incomprensibile per un evento tale. Senza parlare delle reti, vi ricordate la tappa dello Zoncolan al Giro 2010 con la discesa dal Monte Crostis protagonista di un’ uscita di scena all’ultimo minuto? Quel giorno a confronto della tappa odierna la sede stradale era un autostrada da Tour de France. In Europa il responsabile di quelle reti verdi sarebbe già stato arrestato. Voto:1

Richie Porte: il tazmaniano non era la prima volta che inciampava in situazioni simili, vedere però nello stesso punto lo squalo a terra dopo 30 minuti è stata una doccia fredda. Voto: S.V

Orken Hamet: le pietre non fanno per lui. E’ saltato in aria dopo soli 5 metri corsi sul pavé. Voto: 3

@bauerdatardaga

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