Da 10 a 0, il pagellone del Tour de France 2016

Tre settimane di passione e Watt sono già volate, da Utah Beach, al ritiro di Contador passando per la corsa senza bicicletta di Froome sul Mont Ventoux.  Anche se ci aspettavamo molto di più ecco il pagellone della Gran Boucle 2016:

Chris Froome: si è presentato al via da favorito, tuttavia quasi tutti gli addetti ai lavori in cuor loro sapevano che Quintana lo avrebbe surclassato. È stato sufficiente uno scatto in discesa per mettere le cose in chiaro. Quel giorno il britannico ha dimostrato di volerlo vincere il Tour, Quintana invece di non essere ancora pronto. Voto: 10

Peter Sagan: nella tappa di Morzine ha fatto vedere il corridore che è. 21 giorni sempre all’ attacco, sempre per emozionare senza nessun giorno transitorio nelle retrovie. Che bello vivere l’era Sagan, un uomo da classiche capace di avere più appeal di qualsiasi uomo di classifica. Che cosa farà ora? Ha bisogno di una squadra sua per vincere tutte le classiche, chi sarà il primo a farsi avanti? Voto: 10

Vincenzo Nibali: presentarsi al Tour de France per rifinire la forma facendo ripetute spetta solo ai campioni con la C maiuscola. Tre settimane di ottimo allenamento in vista di Rio, l’ultima occasione per andare a vincere un’oro olimpico. Nonostante in Francia abbia pedalato al 70% delle sue possibilità ha dato comunque spettacolo. Voto: 7

Wouter Poels: si è parlato troppo poco di questo fenomeno. Ha corso un Tour fedelmente ai patti prestabiliti ma le sue gambe hanno dimostrato watt da primo della classe. Che cosa sarà in grado di fare in proprio? Sarà un altro fallimento come Porte? Oppure invertirà la rotta negativa dei gregari che si mettono in proprio senza successo? Voto: 9

Mark Cavendish: rinato, nessuno se lo aspettava ma Cav ha dimostrato di essere tornato. Non è più un fiume di watt come i primi anni, ma la sua malizia ha fatto scuola al gruppo intero. Il disappunto di Kittel nell’ ultimo testa a testa dimostra quanto la condizione mentale sia vitale per un velocista. Voto: 9

Greg Van Avermaet: una prima settimana che non scorderà mai il fiammingo dopo aver passato la primavera più buia della sua vita. Una maglia gialla assaporata fino in fondo, con una tappa e tanti attacchi spettacolari. Qualcuno addirittura ci aveva dato del matto, sostenendo potesse arrivare a Parigi nei primi dieci.. Ci vediamo al Fiandre Greg. Voto: 9

Adam Yates: un corridore dal grande avvenire. Classe 1992, nella tappa di Andorra ha impressionato tutti. Il suo calo nella terza settimana è fisiologico. Non è possibile a 24 anni avere il fondo adatto per tre settimane ma questo inglesino dominerà nei prossimi anni, sono tutti avvisati. Voto: 9

Romain Bardet: un podio di rapina è sempre un podio, al Tour vale ancora di più se si è francesi. Ha raccolto un grande risultato grazie all’indifferenza nei suoi confronti da parte dei big e questo deve far riflettere. Voto:8

Julian Alaphilippe: un predestinato alla prima volta al Tour. Solo applausi per il galletto francese, ha corso tre settimane alla ricerca di se stesso, quasi per capire che cosa ci possa essere nel suo futuro. Un nuovo Valverde? O finalmente un francese in grado di vincere una corsa a tappe? In casa c’è inoltre un altro fenomeno: Brian, classe 1995. Ci divertiremo. Voto: 8

Jerlinson Pantano: che grinta il colombiano, un vero cagnacccio per tutti. Avrebbe meritato la maglia a pois per ciò che ha dimostrato di fare in salita, ma forse ha iniziato a crederci troppo tardi. Ricorda Soler. Voto: 8

Andre Greipel: sempre davanti, senza però lo spunto dello scorso anno. Al Mont Ventoux ci ha impressionato perfino in salita. La vittoria a Parigi vale le fatiche di un Tour. Voto: 7

Richie Porte: questa volta è stato veramente sfortunato perché le sue gambe erano davvero buone. L’unico in salita ad attaccare Froome, senza guai meccanici era sul podio, senza se e senza ma. Voto: 7

Marcel Kittel: ci si aspettava di più ma il “parrucchiere” tedesco non aveva la condizione che gli avrebbe permesso di dominare tutti gli sprint. Bisogna però dire che è stato molto sfortunato basta vedere l’episodio sui Campi Elisi e la ruota lanciata contro l’ammiraglia. Spettacolare anche nel male. Voto: 6

Nairo Quintana: c’è chi sogna il podio al Tour e chi come Nairo si prende un 6 dopo averlo conquistato. Troppo forte, troppo grande il suo motore per essere soddisfatto di un podio. Forse però non ha la determinazione adatta, corre male e sta diventando come Valverde, senza nulla togliere al murciano. Il suo unico scatto durante questa Gran Boucle rimane quello di domenica su un cavalcavia nei pressi di Parigi per soli scopi commerciali. Gli anni passano anche per tè Nairo, devi darti una mossa. Voto: 6

Fabio Aru: quando ci si impone obbiettivi così grandi è segno di grande convinzione o forse troppa presunzione. Non sta a noi giudicare ma il suo primo Tour è filato liscio fino all’ ultima tappa, con una crono che sembrava proiettarlo sul podio a Parigi. Solo una crisi lo ha messo fuori dai giochi ma probabilmente questo grosso rishio va diviso a metà con l’Astana. Il sardo è giovane, farebbe bene a puntare al prossimo Giro per poi tornare in Francia quando sarà il momento. Voto: 5

Fabio Sabatini: ha tirato delle bruttissime volate a Kittel, partendo spesso troppo presto e lasciando prematuramente il tedesco al vento. La cosa che più  ci ha fatto infuriare è stato il suo atteggiamento nei nostri confronti al Mont Ventoux. Dopo averlo avvicinato subito dopo l’arrivo l’abbiamo esortato con un: “Vai Fabio!” la sua risposta è stata un: “se anche non stai nel mezzo”. Caro Fabio, dovresti avere più rispetto nei confronti di chi fa dieci ore di macchina per venire al Tour. Voto:3

Tibaut Pinot: fenomeno nelle corse piccole quanto inconcludente sul grande palco. La tappa dell’ Aspin lo ha messo fuori dai giochi proprio mentre la sua squadra aveva appena smesso di lavorare per lui. Voto: 2

Alejandro Valverde: eterno, sempre al top. Voto: 7

Wilco Kelderman: sono due anni che non viene più al Giro credendosi oramai pronto per il Tour. In due anni ha però rimediato solo delle figuracce, dimostrandosi troppo precoce per una corsa così difficile. Caro Wilco, devi farti ancora le ossa, prendi esempio da Kruisjwijk. Voto: 0

@bauerdatardaga

 

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