Ad Hockenheim Hamilton allunga fra gli sbadigli

In Germania è stata Formula Noia. Pochi gli spunti che ci offre questo GP, anche se il tema più caldo resta certamente il crollo di Rosberg, ora a -19 lunghezze dal compagno di squadra.

Nell’estate da incubo del Leo Di Caprio della F1 si registra, fino ad ora, un solo acuto (a Baku) e alcuni episodi (la ruotata ricevuta da Hamilton a Montreal, il botto dell’ultimo giro a Zeltweg, sempre con il Nero, e la pole “rubata” in Ungheria) che hanno condizionato pesantemente la sua classifica e, forse, anche la sua tenuta mentale, apparsa inscalfibile fino al patatrac catalano.
La causa principe dei tormenti del biondino tedesco è, senza ombra di dubbio, “Sua Maestà” Lewis. Dopo solo quattro gare dall’inizio del campionato il britannico era nel baratro (43 punti di ritardo da Nico) e la sua rinascita sembrava solo un’utopia. Eppure, onore al Re Nero: da Monaco, Ham non ha più sbagliato nulla, vincendo 6 degli ultimi 7 Gran Premi e presentandosi alla pausa estiva saldamente in testa al mondiale, pronto ad ipotecare nel giro di poche settimane il suo terzo titolo consecutivo (il quarto in carriera, n.d.r.).

Capitolo Ferrari: l’anno delle Rosse sta assumendo contorni sportivamente tragici, considerando i proclami alla vigilia di questo – fin qui – pessimo 2016.
A Maranello, come vi avevamo anticipato nell’ultimo articolo, si è concretizzato il cambio di guida tecnica con Mattia Binotto al posto dell’uscente James Allison. Il nuovo dt, promosso con piena fiducia da Marchionne, proviene dal reparto motori ed è l’artefice dell’unica effettiva nota lieta della SF16-H: la power unit.
Il presidente vorrebbe che Binotto replicasse quanto di buono fatto durante l’inverno su scala maggiore, portando nuove metodologie di lavoro e soprattutto la capacità di coordinare i vari settori del Reparto Corse.
Nella triste domenica tedesca, da sottolineare lo sfogo di Raikkonen nel post:《triste vedere il Cavallino correre così》. Quando alza la voce uno che di solito non parla mai, è segno che un cambio di rotta in vista del nuovo regolamento previsto per il prossimo anno è assolutamente necessario.

Hockenheim ha anche certificato la crescita esponenziale della Red Bull che ha superato la Ferrari nel mondiale costruttori. Newey, una volta di più, ha dimostrato di essere il mago della F1 moderna, e ora Ric & Ves sembrano disporre di una vettura vicina alla Mercedes, nella speranza di assistere ad un finale di stagione meno scontato.

Ci vediamo a Spa!

@TommasoGovoni

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