Adam Hansen e la rivoluzione ciclistica

Adam Hansen

Ve lo ricordate Adam Hansen? E’ un nostro pupillo da tempo date le sue doti da combattente, che gli hanno permesso di ottenere il record di 13 grandi giri (Giro,Tour e Vuelta) conclusi consecutivamente. E’ una leggenda nel mondo del ciclismo moderno, ma per molti è anche una sorta di “eretico” quando si parla di biomeccanica. In un’intervista rilasciata a Peloton Magazine ha svelato le sue idee.

La sua posizione in bicicletta sembra un’assurdità, dati i suoi 186cm di altezza, eppure l’australiano si trova a suo agio e riesce ad esprimersi al meglio cosi. ““Quando ero ragazzo volevo sempre migliorarmi e dunque controllavo costantemente la mia posizione in sella. Ho un gran dislivello fra sella e manubrio, uso pedivelle di 180mm, guido la bici con un manubrio largo 38cm e ho le tacchette dei pedali spinte nella posizione piu’ arretrata possibile. E’ qualcosa che va contro l’idea comune e soprattutto contro quello che i miei meccanici sostengono. Il ciclismo ha una storia ed una tradizione molto speciale, ma alcune persone sono ancora troppo fissate su alcune idee.” Provenendo da un paese come l’Australia, dove non esiste una grande storia ciclistica, l’innovazione e la sperimentazione sono all’ordine del giorno.

La scelta delle pedivelle da 180mm non è casuale: “Quando ero un amatore pedalavo con quelle da 185mm, ma poi quando sono passato Pro il limite era di 180mm. Ai tempi non avevo l’SRM o un misuratore di potenza, ma poi da professionista l’ho montato ed ho scoperto che va calibrato quasi ogni mese. Nella calibrazione bisogna inserire la lunghezza della pedivella ed il peso per ottenere l’equazione esatta. Questo mi ha fatto capire l’importanza della lunghezza delle pedivelle: hanno un effetto diretto sui Newton al metro e quindi in generale con una pedivella più lunga produci più potenza.”

Adam Hansen Bike fit

La bici di Adam Hansen – Foto: Tom Ballard

Hansen differisce dalla maggior parte del gruppo non solo per gli aspetti tecnici, ma anche per il suo modello di preparazione atletica. “Faccio molte camminate in montagna, tutto l’anno. Ad esempio quest’anno quando mi sono presentato alla Parigi-Nizza forse non ero preparato al meglio per una gara di bici, ma ero fisicamente pronto e fresco mentalmente. Ci vuole poco poi ad adattarsi allo sforzo ciclistico, purchè una corsa non inizi con una cornometro, allora si chè è difficile. Dopo il Tour Down Under torno in Repubblica Ceca, dove vivo. Solitamente c’è brutto tempo e spesso nevica, dunque non esco in bici con queste condizioni. Quindi faccio sci di fondo,perchè posso fare comunque lavori di endurance e ripetute e inoltre non essendo cresciuto con la neve mi diverte molto. La maggior parte dei vecchi allenatori e dei manager non crede in queste cose, non gli piacciono. Sono tradizionalisti. Ho lavorato con altri coach che credevano nelle mie idee ed ora anche il mio team mi lascia preparare come voglio, a patto che io arrivi in forma alle corse.”

“Inoltre mi sto convincendo che meno mi alleno sulla bici, più ho voglia di gareggiare e faticare in gara. E lo capisco parlando con gli altri corridori: io amo allenarmi, vengo pagato per migliorare il mio fisico e per faticare, ma la maggior parte di loro non sembra divertirsi nel farlo ed è per questo che diversi si ritirano prima di quanto dovrebbero.”  Adam Hansen ha 34 anni, vanta 4 vittorie da professionista (di cui una al Giro ed una alla Vuelta), ha fatto parte di quel memorabile “treno” per Mark Cavendish all’ HTC ed ora è un gregario fidato di Andre Greipel alla Lotto-Soudal. Forse le sue idee non sono cosi sbagliate.

@carloberry

Fonte: pelotonmagazine.com

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