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Wikipedia definisce il talento come l’inclinazione naturale di una persona a far bene una certa attività e, sfogliando tutte le fis biographies delle nostre atlete azzurre, viene immediato associare questa caratteristica alla borgarina  Marta Bassino. Al primo vero anno di Coppa Europa, appena diciottenne, chiude al 4o posto la standing di gigante con una vittoria sulle nevi di casa del Sestriere e si laurea campionessa mondiale junior a Jasna, il che le permette di prendere parte alle finali di Coppa del Mondo di  Lenzerheide, palcoscenico  sul quale salirà solo un anno più tardi.

Bastoncini fuori e via: lungo il famigerato Rettenbach inizia la stagione che, tra alti e bassi causati più da errori dovuti alla giovane età che da mancanza di classe, culminerà con la convocazione, non senza polemiche, dei mondiali di Vail dove deraglia in seconda manche dopo l’ottavo posto della prima. L’anno di apprendistato è utile alla Bax che nella stagione 2015/2016 inizia a scalare posizioni, finendo 13a nella standing finale della disciplina regina e centrando una top5, risultato che atlete ben più navigate non riescono a raggiungere in tutta la carriera.

Il  presente per Marta è una clamorosa costanza che, salvo le condizioni proibitive del secondo gigante di Semmering,  non la vede andare al di la delle prime cinque posizioni e il podio nell’opening di Solden è già storia. “So di essere un talento ma se non viene allenato e coltivato ad un certo punto ti fermi e non progredisci più; ho una sciata naturale e molto scorrevole, piedi sempre attaccati al terreno e quasi non sento la fatica, ma dietro a questa dote innata si nasconde un lavoro tecnico e fisico in costante aumento anno dopo anno”. Prosegue la nativa di Cuneo: “A livello atletico, grazie alle quotidiane  ripetute in bici sul Colle delle Finestre ed estenuanti sedute di squat in palestra, sotto la guida del preparatore Marco Giordano, ho aumentato i miei valori di forza e resistenza tali da spingere watt in quantità industriali!; sugli sci prosegue la costante crescita tecnico tattica grazie al lavoro estivo, soprattutto in Argentina, che ho intrapreso con la squadra Nazionale e, anche, tengo sempre l’orecchio teso ad ascoltare i preziosi consigli del mio storico coach Fabrizio Martin.”

Additata da molti addetti ai lavori come papabile vincitrice di una futura coppa di specialità o generale, la Bax resta umile: “Ho ancora molto da imparare: in slalom non sono particolarmente competitiva, la sciata non è così sciolta e necessito di molti giri nei rapid gates  per aumentare le chances di qualifica; in super g, nonostante difetti in esperienza, qualche discreta prestazione l’ho centrata ed raggiungere i 120 km/h è solo un toccasana per il mio amato gigante”. Sul proseguo della stagione la ventenne di Borgo San Dalmazzo non ha dubbi: “godermi gara per gara, rimanere a ridosso del podio, cercando di riassaporarlo quando possibile, e dare sempre il massimo!”.

Vai Bax vai al ma…x

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