Il tappone pirenaico in cui dovevano essere Froome e Bardet a dettare legge, la giornata in cui i francesi hanno snobbato Fabio Aru sin dall’alba, la giornata che ha invece minato ancor di più le insicurezze dell’inglese. Una frazione caratterizzata da una media infernale, con una fuga tra i quali il nostro Diego Ulissi si è dovuto arrendere sotto i wattaggi di Thomas De Gent e Stevo Cummings. In gruppo il solito ritmo di Vasili Kiryenka, con il gruppo dei migliori rimasto con dieci unità nel finale. Gli ultimi due Km sono l’essenza del Tour, una folla assiepata a bordo strada in una cornice pirenaica, con dieci gladiatori a sprintare sul muro conclusivo. Bennet prova a sorprendere tutti, ma Landa e Aru annullano l’attacco. Ai meno 400 metri il sardo scarica tutto a terra, con una fucilata delle sue, spingendo con gambe, braccia e mascelle. Froome salta, è uno spettacolo vederlo perdere le ruote. Aru giallo dai Pirenei, Froome ridimensionato, Bardet con una nazione a sostenerlo. Andiamo al pagellone.
Fabio Aru: si è capito fin dalle prime battute quanto la gamba fosse quella giusta, quella in grado di fare male. Sullo strappo finale dimostra di guardare lontano, puntando alla testa dell’inglese. Un fuori soglia micidiale, per indossare una gialla che va portata a Parigi. Domani l’Astana sarà all’altezza, ne siamo certi, i Campi Elisi ti aspettano Cavaliere. Voto:10
Mikel Landa: finalmente il Landa che non guarda in faccia nessuno, solamente le telecamere negli ultimi Km, quasi a guardarsi intorno non sentendo la catena. Nel finale non ci pensa due volte, dimostrando l’anima del campione che ha dentro, sprintando in faccia al capitano e tradendolo davanti al mondo. Che spettacolo il basco, quando fa azioni con la vena chiusa come oggi è proprio uno da Swatt Club. Voto:9
Romain Bardet: ha vinto sì, ma ha dato il segnale di non volerlo vincere questo Tour, puntando al successo di tappa piuttosto che a far saltare Froome. Voto:8
Rigo Uran: sta rivivendo una nuova vita, dopo una parentesi alla Quick Step in cui le sue instagrammate giornaliere lo vedevano girare a 60 orari nei velodromi colombiani, dove le uniche salite che faceva erano le scale per entrare in pista. Ora è il Rigo che aggiusta la parabola di casa, che mangia banane e apre Rigo Store in ogni angolo del pianeta. Ti amiamo! Voto:8
Mikal Kwiatkowsky: Alez Kwiato! Anche oggi davanti a comandare, col solito carisma, con la solita calza e con il classico bikeporn. Voto:7
Chris Froome: chissà come si sarà sentito vedendo Landa andare per la sua strada, probabilmente come nel 2012 Wiggo quando proprio Chris gli voltò le spalle alla Planche des Belles Files. L’inglese sta soffrendo, i Watt dei suoi uomini ormai non bastano più. Voto:6
Alberto Contador: Uno scatto d’orgoglio per un campione che ha segnato la nostra adolescenza. Grazie pistolero, l’unico in grado di guardare Lance Armstrong negli occhi dicendoli: ” questo Tour lo vinco io!! Voto:6
Steven Cummings: una cilindrata da super bollo, uno che scarica Watt facendo sembrare tutto normale. Lo rivedremo all’attacco, ne siamo certi. Voto:7
Nairo Quintana: descansa Nairo, ci vediamo alla Vuelta. Voto:5
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