Davide Martinelli: “sogno Fiandre e Roubaix”

Davide Martinelli, bresciano, un predestinato delle gare di un giorno cresciuto tra le fila della Hopplà, MgKvis e Colpack. Figlio di Giuseppe, il ds dell’ Astana che ha costruito i successi di corridori oramai entrati nei libri di storia come: Marco Pantani, Damiano Cunego, Gilberto SimoniVincenzo Nibali e Fabio Aru. Il classe 1993 neo professionista nello squadrone Belga della Etixx-Quick Step ci ha stupiti tutti in questa stagione che sta andando verso l’epilogo. Due vittorie, la prima grazie alla complicità di un altro fenomeno di nome Fernando Gaviria, la seconda costruita grazie a wattaggi estremi battendo corridori da far venire i brividi al Giro di Polonia lo scorso mese di luglio. Lo abbiamo contattato questa mattina, mentre era in aeroporto pronto a partire per la Francia; lo aspetta il Tour de L’ Ain.

Ciao Davide, ci hai impressionato in questa stagione, sei soddisfatto dei risultati ottenuti ?

“ Si, certamente, sarebbe stupido non esserlo. Passando professionista mi ero prefisso l’ obbiettivo di vincere due gare in due anni, ne ho vinte due in un solo anno. Mi pesa solamente il fatto di non essere riuscito a dare il massimo al Campionato Italiano, nella cronometro mi è mancata freschezza nella seconda parte e ciò è stato causato dai soli due giorni di riposo avuti a disposizione dopo la Ster ZLM. La prova in linea invece è andata piuttosto bene, potevo centrare la Top-Ten ma sono arrivato in cima l’ ultima salita con cinque secondi di ritardo dai primi pilotati da Gianni Moscon; sono stati fatali. Ora correrò in Francia dove le prime due tappe mi si addicono molto, poi farò Amburgo e qualche Kermesse in Belgio.”

Raccontaci le dinamiche finali delle tue vittorie.

“ La prima in Francia la devo al mio compagno Fernando Gaviria, al mattino avevamo pianificato di iniziare l’ ultimo Km in testa, questo perché il percorso presentava molte curve nel finale. Tutto ha funzionato come da programma, ho iniziato l’ ultimo Km davanti, cercando di rifiatare in curva per poi rilanciare la bici al massimo. Nell’ ultima insidia si è creato un buco, io sono andato dritto per la mia strada, Fernando mi ha poi coperto in maniera ottima. La seconda al Giro di Polonia è stata invece una vittoria nel mio stile, quello che ho fin dai tempi degli allievi”.

Cioè?
“ Ho un grande pregio, solitamente da piccolo facevo delle sparate all’ ultimo Km le quali mi hanno dato molte vittorie, riuscendo a spingere tanti WATT per 40/50 secondi. Quest’ anno, conscio di non poter fare le stesse cose tra i professionisti ho dovuto migliorarmi in volata durante l’ inverno, mettendo un Kg di massa magra, arrivando così a 71.5 Kg. Questo mi ha permesso di arrivare a picchi di 1.500 Watt in volata. Al Polonia nelle fasi finali ho spinto per tre minuti 440 Watt, poi ho allungato spingendo 750 Watt per 41 secondi e la vittoria è arrivata. “.

Se siete ancora vivi dopo questi dati rifiatate, l ‘intervista continua. Raccontaci come è l’ ambiente nella tua squadra, come ti trovi nella formazione di Patrick Lefevere?

“ La Etixx-Quick Step la ritengo l’ università del ciclismo, Vinoukurov aveva chiesto a mio padre di portarmi all’ Astana, ma ho preferito approdare in una formazione adatta alle mie caratteristiche, essere alla Etixx è un privilegio che non tutti possono avere. Quando sei in gruppo e ti guardi intorno, capisci che è il tuo turno di lavoro. Questo mi da una grande carica e quando mi metto al servizio di mostri sacri come Boonen, Terpstra, Stybar, Trentin o Gaviria sono felicissimo. Il prossimo anno spero di correre Fiandre e Roubaix”.

Senti la pressione di essere agli ordini del Big Boss Patrick Lefevere?

Patrick è un procacciatore d’ affari. Da molti anni costruisce la formazione più forte per le classiche ed essere ingaggiato da lui non può che farmi onore. È discreto e sincero, ti mette a tuo agio e ti responsabilizza allo stesso tempo, quando vado bene mi dice bravo anche due volte, quando invece sbaglio qualcosa in corsa me lo fa notare, è giusto che sia così, non avrebbe vinto tutte quelle corse senza una mentalità tale ”.

Come giudica allora il fatto di non vincere la Roubaix da due anni?

“ La Etixx-Quick Step è una corazzata indipendentemente dal fatto di vincere una o due corse in più all’ anno anche se sono le Classiche per antonomasia. La squadra è talmente vincente che non si può definire fallimentare una stagione dove si vincono 53 corse come lo scorso anno. Quest’ anno siamo già a 41 ”.

Il rè dello stile Brian Holm è uno dei tuoi direttori sportivi, tra i preferiti dello Swatt Club. Ti ha mai ripreso in qualche occasione per il tuo modo di vestire?

“ Fortunatamente no. Brian è un grande DS, è un personaggio molto influente ed allo stesso tempo “strano”, in corsa alla radiolina ti da una grande carica quando urla. Un po’ come Davide Bramati, con il “Brama” però abbiamo un rapporto diverso essendo italiano. Brama è lombardo dentro, sente la corsa come pochi ed è molto attaccato ai corridori, vuole sempre sapere se stai bene o se qualcosa non va ”.

Qualche parola ora sui tuoi compagni di squadra:

Tom Boonen: “ il più forte in gruppo quando si parla di pavé. Credevo fosse già concentrato sulla prossima stagione, invece a Londra mi ha sorpreso. È un fenomeno, ma in corsa non si arrabbia mai, è molto tranquillo”.

Fernando Gaviria: “ non si rende conto nemmeno lui di quando forte sia, è un Sagan due, tra qualche anno punterà alla maglia verde”.

Zdenek Stybar: “ anche lui è un personaggio, parla molto bene l’ italiano ed è proprio simpatico. In corsa è presente ma non è asfissiante. Quest’ anno non ha raccolto quanto poteva, ma questo dimostra quanto ad alti livelli anche il 2% di forma in meno da una possibile vittoria può farti ritrovare trentesimo ”.

Matteo Trentin: “ ha quel qualcosa dentro che hanno i grandi corridori. Molte volte è stato costretto a lavorare per gli altri, ma prima o poi farà il grande colpo, è nelle sue corde ”.

Bob Jungels: “ fortissimo, è un cronoman di 71Kg anche lui ma in salita riesce a mantenere 415 Watt anche per mezz’ ora. Con 6 Watt/Kg in un Tour non durissimo come quello vinto da Wiggins può essere da podio se non da vittoria”.

Qualche tuo Watt nei test invece?
“ Durante lo scorso inverno sono migliorato in volata, arrivando a picchi di 1.500 Watt. Ho migliorato la soglia di 10-15 Watt portandola a 400-410 Watt. Prima l’ agilità era una mia caratteristica, ma ora quando devo menare forte ci vuole un’ altra pedalata, quando mi giro e vedo la catena sull’ 11 sono pazzo di gioia. Devo ringraziare la Colpack di ciò. Mi hanno dato la possibilità di concentrarmi sul miglioramento fisico, senza badare particolarmente ai risultati nel breve periodo ed ora sto raccogliendo i frutti.”.

Che cosa ne pensi riguardo l’ olimpiade di Nibali? Credi come noi nel fatto che sarebbe arrivato al traguardo davanti?
“ Certamente, quel vantaggio era sufficiente, avrebbe vinto su Henao. Aveva pianificato tutto alla grande, è un vero peccato. In quei momenti come vi ho già detto anche il 2% di forma in meno, una brutta dormita o dei brutti pensieri rappresentano il confine tra lo staccarsi ed il fare la frullata. Guardate Froome, venti giorni fa era imbattibile, a Rio invece si è staccato anche lui. Vincenzo stava benissimo, lo sa solo lui che cosa abbia provato nell ‘istante della caduta. Certamente sulla salita di Vista Chinesa si sarà sentito sull’ Olimpo durante quei meravigliosi scatti. ”.

Grazie dell’ intervista Davide ed in bocca al lupo per le tue prossime gare. Siamo sicuri che i nostri lettori abbiano apprezzato le tue parole ed ora saranno già in strada cercando di spingere i tuoi stessi Watt. Ci vediamo alla Ronde Van Vlaanderen 2017.

@bauerdatardaga

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