Giorgio Brambilla alla Red hook Criterium

Giorgio Brambilla red hook criterium

Velocità, adrenalina e tecnica. Così è possibile descrivere cosa prova chi corre una Red Hook. Per chi ancora non la conoscesse, si tratta della Regina delle gare su bici a scatto fisso: un campionato articolato su quattro appuntamenti che raduna gli appassionati di tutto il mondo. Niente freni, un solo rapporto, un circuito breve e molto tecnico da ripetere più volte, il primo che taglia il traguardo vince, fino a qui sembra tutto semplice. L’approccio di allenamento, sia mentale che fisico, per una gara di questa tipologia è sicuramente molto particolare perchè richiede enorme concentrazione e un allenamento specifico; per questo abbiamo chiesto a Giorgio Brambilla, ex corridore professionista classe 1988, di trasmetterci le sue impressioni ed emozioni, e perchè no, qualche dato tecnico, sulla tappa di Barcellona, svoltasi nel capoluogo della Catalunya il 27 agosto. Nonostante sia riuscito ad allenami meno di quanto voluto, ogni uscita ho cercato di tenere un’ intensità molto alta per garantire una buona preparazione, cosa non semplice se non si ha già un po’ di lavoro nelle gambe, e le mie aspettative erano quelle di qualificarmi nei primi 50 Forum (per circa 300 iscritti vengono organizzate diverse batterie di qualifica, e i primi 85 tempi vanno a comporre una vera e propria griglia di partenza) mentre quanto riguarda la gara, volevo provare a terminare senza venire doppiato sul breve circuito del Parc del Forum. Nonostante sia abituato a gestire la tensione pre gara, la Red Hook è unica, ed ero più carico che mai. Fortunatamente una volta salito sui rulli per scaldarmi ho avuto subito buone sensazioni. Nel giro di un paio di anni il livello si è elevato notevolmente, alzando l’asticella ad un punto tale che anche solamente per qualificarsi è necessaria una forma ottimale e una capacità di guida non indifferente; i ritmi di gara da sostenere sono diventati elevatissimi ed il pubblico è aumentato esponenzialmente, dimostrando quindi un interesse sempre crescente per questa particolare disciplina. Lo spettacolo è assicurato.

“Guidare senza freni a certe velocità – continua il giovane di Brianza Squadra Corse – è molto emozionante e porta a testare il limite delle abilità, valorizzando qualità tecniche che con la bici da strada spesso non emergono; ed è questo l’ aspetto che mi affascina di più, infatti grazie al passato da velocista ritengo di riuscire a gestire bene la guida nei risicati spazi all’ interno del gruppo. Anche l’attenzione da dedicare alla preparazione del mezzo e la scelta del rapporto non sono da sottovalutare; ho usato un telaio PONC in alluminio, mentre per garantire una tenuta ottimale ho usato tubolari da 25. Per quanto riguarda il rapporto sono partito in qualifica con un 50/14, abbastanza duro, per poi scendere di due denti sulla corona visti i 28 giri che avrei dovuto poi affrontare in gara.”

Le bici che vengono utilizzate sono per gli appassionati una vera e propria chicca. Attraverso telai di derivazione pista caratterizzati da geometrie molto aggressive e ruote con profili che strizzano più di un occhio all’ aerodinamica, la ricerca della guidabilità e leggerezza sono portate all’ estremo, garantendo pieghe motociclistiche e rilanci da volatona di tappa. La nostra intervista non poteva che proseguire parlando di watt. Giorgio infatti è dottore in Scienze Motorie e dello Sport, e gestisce lo studio di biomeccanica e preparazione GB4, analizzando la sua prestazione, aggiunge: “Negli 82 secondi di qualifica, percorsi alla media di 50 kmh, sono riuscito a mantenere 360w medi, con alcuni picchi di 1000w per raggiungere una punta massima di 1160w in un rilancio. Possono sembrare dei valori bassi, ma c’è da considerare che molta forza viene utilizzata per decelerare e non viene registrata e in vari punti del tracciato ho sfruttato la scia di altri corridori, riducendo così la potenza totale.”

 Niente male, aggiungiamo noi, per un corridore professionista in “pensione”. Sfortunatamente però la gara di Giorgio non è durata moltissimo e dopo una buona partenza, complice anche un’ ottima posizione in griglia che gli ha permesso di arrivare al primo tornante nel gruppo di testa, la sua corsa si è fermata per una caduta causata da un corridore arrivato troppo forte in staccata che l’ ha costretto al ritiro due giri dopo per il troppo dolore alla mano. “Sarebbe stato molto interessante vedere le variazioni dei dati dopo metà gara, ovvero con più di 40 accelerazioni di 1000w condensate in soli 20 minuti. Sono sicuro che con la gara di Milano, con cui si chiuderà la mia stagione agonistica, avremo molti più dati da analizzare.”

Non ci resta quindi che aspettare con ansia il 1 ottobre. Forza Giorgio.

Nicolò Laitempergher

Photo Credit: Chiara Redaschi

 

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *