Lucas Braathen, brasiliano-norvegese per il futuro

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Lucas Braathen è un brasiliano-norvegese classe 2000, un tipico atleta della Generazione Z dello sport. La stagione 2018/2019 lo ha consacrato come sciatore del futuro grazie a risultati impressionanti in Coppa Europa e anche a qualche presenza in Coppa del Mondo, dove ha già conquistato un bel piazzamento in Val d’Isere. Abbiamo voluto fargli qualche domanda dopo i Mondiali Junior disputati in Val di Fassa, perchè vogliamo iniziare a capire cos’hanno di diverso questi ragazzi rispetto alla generazione passata, stilisticamente e mentalmente parlando. Molte volte il lifestyle dice qualcosa in più rispetto al cronometro.

Sei il primo sciatore nato nel nuovo millennio ad aver centrato una top 30 in Coppa del Mondo. Come ti fa sentire tutto ciò?

Incredibile! Quest’anno è andato oltre le aspettative anche solo per il fatto di aver partecipato ad una Coppa del Mondo.

Sei parte della Generazione Z. Com’è il rapporto con i compagni di squadra più “vecchi” di te e i coach? Noti qualche differenza nell’approccio allo sport?

Il mio rapporto con compagni di squadra e coach è ottimo. E’ sempre grandioso imparare dai compagni che hanno molta più esperienza.

Qual è il tuo genere musicale preferito? Ti serve come ispirazione?

Latina (Chiaramente brasiliana), hip-hop e tecno sono quelli che ascolto di più. Poi un po’ di rap vecchia scuola prima delle gare!

Passiamo all’argomento Moon Boot. In Italia si dice che li utilizzino solamente le persone che vedono la neve per la prima volta nella loro vita. Tu hai disintegrato questa sorta di legge non scritta e sei salito su un podio di Coppa Europa con i Moon Boot ai piedi. Qual’è stata la reazione degli altri atleti?

Ci sono state reazioni contrastanti come ci si aspettava. Per alcuni era qualcosa di figo, altri mi hanno chiamato “transessuale”. Ma indossare qualcosa di completamente diverso rispetto alla norma è qualcosa che mi diverte.

Sei per metà brasiliano e per metà Norvegese. Dicci il nome di due icone di questi paesi che ti hanno ispirato.

Esatto, mia madre è di São Paulo. Decisamente Ronaldinho e Kjetil Andre Aamodt.

Parliamo di tecnica: prova a spiegarci brevemente come fare una curva veloce. E come farne una brutta. (Questa risposta la lasciamo in originale in inglese, così ve la stampate e la mettete sotto il cuscino, per leggerla ogni sera prima di addormentarvi).

I believe a fast turn is a result of having strong pressure on the outside ski, building up from first ankle, knee then hips. Then pressure hard through apex to complete the turn by standing it out before the transition for maximum carrying of the speed that is created. 
A bad turn is a result of pressure on the inside ski, being impatient going into the turn and ending up with no pressure through apex. 

Parlando dei vari circuiti dello sci alpino, Coppa del Mondo, Coppa Europa e FIS, non credi che tutto ciò sia un po’ troppo vecchio come sistema per le generazioni più giovani?

Ad essere onesto non saprei. Credo che il sistema sia molto buono, perché quando prendi parte ad un circuito superiore devi partire con un pettorale più alto ed iniziare a lottare per un numero più basso fino a quando non sali nel circuito successivo. Mi piace l’idea di lottare in una competizione sempre più dura.

Se avessi la possibilità di disegnare la tua tuta da gara, che colore sceglieresti?

Certamente un rosa neon con un pattern camou. E disegnerei il casco proprio come la tuta da gara. Sarebbe meraviglioso!

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