E’ proprio necessario tornare ai 30 metri in Coppa del Mondo?

Pinturault

Si è appena concluso il primo week-end della Coppa del Mondo di sci alpino 2016/2017, e sebbene siano state più sentite le serate epiche del Fire&Ice (delle quali parleremo a breve) della gara stessa, è doveroso fare il punto su cosa si è visto giù dal Rettenbach.

Un livello impressionante, atleti disumani che conducono questo sci da gigante obsoleto anche su un pendio come quello di Soelden e con angoli che sembrano più i tornanti dello Stelvio che un reale tracciato di gigante. Anche rispetto alla scorsa stagione, è notevole il salto tecnico fatto in avanti da gran parte degli atleti top della disciplina, atleti che ormai sanno sfruttare uno sci raggio 35 come i vecchi 27. Ci sono però voluti ben 4 anni, abbiamo ancora in testa tutti i giganti del 2012/2013 dove pareva di essere tornati negli anni 90, tra passetti linee sbagliate e traversi sotto il palo che ci facevano rivoltare davanti al televisore.

Eppure adesso non è più così. Adesso tutti quanti (o quasi) sono riusciti ad adeguarsi e il divario tra coloro che prendono l’inversione  è tornato a farsi davvero sottile: ieri infatti un solo secondo e mezzo si racchiudeva tra il terzo classificato Felix Neureuther e il 26esimo Steve Missilier.

Nonostante ciò a vincere e a farla da padroni sono sempre loro, senza se e senza ma. Anche se sbagliano  Pinturault e Hirscher riescono in ogni caso a star davanti, dando vita a una sfida spaziale e facendo vedere un livello tecnico e fisico fuori dal normale. Nessuno al momento pare in grado ancora di avvicinarsi.

Ma chiediamoci un attimo una cosa. Cosa potrà cambiare il prossimo anno con il nuovo cambio di sciancrature e i raggi più brevi in Coppa del Mondo? Sebbene nelle gare FIS è più che giusto tornare a sci da gigante normali, nella massima serie si rimescoleranno le carte in gioco o rimarranno sempre loro al top? Visto ciò che successe quattro anni fa, è lecito aspettarsi qualche cambio non tanto al vertice ma tra gli atleti che si giocano le posizioni tra virgolette di rincalzo, e sarà magari possibile vedere qualche uomo top con difficoltà di adattamento stentare per stare ancora davanti.

Staremo a vedere cosa succederà, quel che resta però e che abbiamo ancora negli occhi sono le pieghe e le curve pazzesche che abbiamo visto domenica sul Rettenbach, non vediamo già l’ora del gigante di Beaver Creek.

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