Nibali ad un passo dalla gloria, Aru all’inferno. Il pagellone di Morzine

Un epilogo bellissimo alla Gran Boucle nel mezzo delle Alpi, una giornata leggendaria dove nessuno ha approfittato del percorso disegnato da ASO per questo finale di Tour. Tappa tiratissima con l’Astana in cerca dell’impresa e Kreuziger di un podio irraggiungibile. Pronti via ed ecco lo squalo dello stretto tra i più combattivi nel cercare la fuga che poi prende il largo con trenta corridori di lusso. Tra questi il campione del mondo Peter Sagan, una libidine vederlo prendere a calci i suoi pedali sulle sommet di giornata alla causa Kreuziger; grazie al lavoro di peto la fuga aumenta il proprio vantaggio, tra i presenti anche il baby fenomeno Julian AlphilippeVincenzo Nibali, Jellinson Pantano ed il vincitore di tappa Ion Izaguirre. In gruppo Sky lascia fare, nessun interesse nel ricucire il plotone dal momento che in fuga c’è anche Sergio Henao. Perplessità sulla tattica di gara anche oggi in casa Astana, i kazaki con lo squalo in fuga assieme a Fuglsang si mettono in testa al gruppo maglia gialla con Tiralongo e Grivko a tirare, un atteggiamento incomprensibile con  Vincenzo davanti. Nell’ultima Cottes del Col de Joux Plane succede di tutto, davanti Alphilippe e Pantano iniziano con quasi due minuti di vantaggio l’ascesa sul resto della fuga, mentre in gruppo arriva la doccia fredda. Fabio Aru non tiene le ruote, miciola allucinante per il sardo, simile a quelle dello scorso anno a Monte Berico e Mortirolo. Mollema invece prova l’impresa d’orgoglio ma le sue gambe non rispondono e così l’unico ad andarsene è Rodriguez con il gruppo intero a guardare Froome. Nella testa della corsa invece si accende lo squalo che si porta su Pantano e Alaphilippe. Il capitano Astana non rimane neanche un secondo con i due e rilancia subito. Sembra destinato ad andare a vincere ma su di lui piomba Ion Izaguirre con una pedalata ancora molto buona. Pantano riesce non si sa come a rimanere con i due ed allora il trio inizia la picchiata verso Morzine. Il colombiano sbaglia una curva, Izaguirre guadagna dieci metri e Nibali perde l’attimo, è questa la sintesi della discesa. Lo spagnolo va a vincere mentre Nibali sembra non prendersi i rischi dovuti in vista di RIO.  In gruppo continua la vergogna, nessuno prova nulla, nemmeno in discesa, con Froome addirittura davanti a fare un ritmo pedalabile anche per un bambino. Tour privo di emozioni dunque, possiamo quindi dire che solamente Contador e Nibali avrebbero potuto impensierire Froome, non Romain Bardet che domani salirà sul secondo gradino del podio a Parigi. Il francese non ha ancora le spalle larghe, non è stato il Tour con i wattaggi che ci aspettavamo di vedere . Andiamo a pagellone:

Ion Izaguirre: il classico spagnolo che salta fuori e puoi solo rimanere a guardarlo. Troppo forte per tutti oggi, prima in salita dove si riporta davanti con grande facilità, poi in discesa facendo un altro sport. Voto:10

Peter Sagan: Non ci sono più aggettivi, vederlo pedalare così è uno spettacolo. Per fortuna che c’è Sagan. Voto:9

Vincenzo Nibali: quando è partito siamo esplosi, pronti e sicuri di festeggiare nuovamente una tappa dopo quella dello scorso anno. Ieri abbiamo visto i suoi tre uomini che correranno a Rio in una condizione al Top. Oggi la risposta dello squalo, in Brasile possiamo solo perderlo l’oro con questa squadra. Voto:9

Julian Alaphilippe: che fenomeno! ricorda il primo Cunego, un animale da classiche trascinato nelle corse a tappe. Ma dove può arrivare questo corridore? Avrebbe meritato la vittoria di tappa alla sua prima partecipazione al Tour ma domani verrà celebrato come più combattivo della Gran Boucle 2016. Sarà tra i tre favoriti a Rio.Voto:9

Jarlinson Pantano: ma dove trova le energie questo ragazzo? Voto:8

Fabio Aru: la miciola in cui è incorso oggi Fabio è la dimostrazione di quanto sia stato troppo presto responsabilizzato questo ragazzo. Ricorda le crisi del primo Nibali ma allo squalo i gradi di capitano gli sono stati dati al momento giusto.  Forse aveva ragione Vincenzo quest’ inverno quando diceva che il sardo è troppo arrogante e che ascolta troppo poco. Le crisi capitano a tutti però questo ragazzo ha pagato il prezzo del suo fare da fenomeno. Ha preteso i gradi di capitano e ha fallito, pazienza, il motore c’è ed ora bisogna dargli il giusto tempo. Il Tour non è la Vuelta contro Doumulin. Voto:5

@bauerdatardaga

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