Polivalenza: una strada da seguire o da abbandonare definitivamente?

pinturault

Conclusa anche questa stagione della Coppa del Mondo, conquistata per la quinta volta consecutiva dallo specialista delle discipline tecniche Marcel Hirscher, è ora di fare qualche considerazione sulla polivalenza nello sci alpino maschile, concetto che al momento, visto il livello degli atleti in ogni disciplina, pare alquanto difficile da raggiungere.

Ha ancora senso quindi puntare sulla polivalenza? Gli unici che pare abbiano ancora un progetto rivolto a ciò sono i francesi, che nonostante abbiano numerose individualità molto forti in tutte le discipline, faticano a proporre un uomo capace di contrastare Hirscher e i norvegesi, adottando a parer mio una tattica di polivalenza per il suo elemento più pregiato, Alexis Pinturault, che non permette a quest’ultimo di raggiungere un obbiettivo ormai più che alla sua portata.

Sono ormai tre anni che il francesino di Courchevel prova a confrontarsi con tutte le discipline per centrare il “colpo grosso”, ma sono tre anni che deve abbandonare la corsa alla generale già ai primi di gennaio. Perchè? Molto probabilmente il motivo principale è che non è ancora all’altezza di un Hirscher o dei norvegesi che stanno davanti, ma un’altra ragione potrebbe essere il fatto di aver perso smalto in alcune discipline puntando ad allenarsi assiduamente dallo slalom alla discesa. Mi spiego meglio. Ve lo ricordate il Pinturault che appena ventenne vinceva e arrivava a podio in slalom? Bene, in queste ultime due stagioni è stato solo un ricordo, vista la sua voglia di allenarsi in tutte e quattro le discipline che ha portato una decrescita notevole tra le porte strette, viste le numerose uscite e le rare prestazioni da top5.  E se per puntare alla generale decidesse di allenarsi di più in slalom, una disciplina che presenta ben 11 gare in stagione, lasciando parzialmente perdere un superg (dove comunque è fortissimo) che ne presenta solo 7? Staremo a vedere quali saranno i programmi dei francesi per la loro punta di diamante.

Tolto il solito Hirscher, sono proprio i norvegesi ad avere il progetto migliore per la corsa alla “coppona”, preferendo l’eccellenza nelle singole specialità piuttosto che la mediocrità (se si può definire così a questi livelli) in tutte le discipline data dalla polivalenza. Gruppi ristretti e specializzati per ogni disciplina sono stati la forza dei vikinghi nelle ultime stagioni, che prima dell’infortunio del capitano Svindal presentavano ben 3 individualità nella top4 della Coppa del Mondo generale.

In definitiva sembra che la polivalenza sia ormai un lontano ricordo, vista l’estrema concorrenza che vi è in ogni disciplina, concorrenza che non permette più ad un discesista puro di andare forte nelle discipline tecniche e viceversa. Vedremo cosa si inventeranno le varie squadre mondiali per togliere una volta per tutte lo scettro al culturista di Annaberg.

@mich_garbin

 

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