Scegliere la motivazione

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Ve lo ricordate il discorso motivazionale di Al Pacino in Any given sunday? Una scena che è diventata un cult, iper-utilizzata nei corsi sulla motivazione e che ha cambiato le regole della comunicazione allenatore-atleta. Ecco, è tutto un bluff. Pura finzione cinematografica. Bello, certo, ma non corrispondente al vero. Perché? Perché la motivazione è un fatto privato. È qualcosa che viene dall’ interno, che risponde a una spinta tutta personale che nessuno può regalarci dal di fuori. Ciascuno di noi deve crearsi la propria motivazione, e sottolineo propria. Le motivazioni non si prestano. Ciò che spinge me, non spinge nessun altro nella stessa misura e per le medesime ragioni. Figuriamoci se è possibile trasferirla da una persona all’ altra. Per quanto possa essere deludente, dobbiamo riconoscere che non ci sono motivatori, manuali di auto-aiuto né frasi incoraggianti che favoriscano la motivazione. Insomma, l’ iniezione di motivina è un’ utopia.

La motivazione che, va detto, è quella forza che ci spinge a impegnarci e a perseverare verso un dato obiettivo, è qualcosa che ciascuno di noi deve scegliere in se stesso e per se stesso. Ma il lavoro non finisce qui. La motivazione è per sua natura fluttuante, può venire meno, può allentarsi o spostarsi di direzione. E non c’è nessuno che possa rimetterci in carreggiata. Recuperare la motivazione, coltivarla e finalizzarla è una responsabilità personale. Restare motivati richiede fatica, impegno e dedizione, e se la motivazione non è sufficientemente forte, per un atleta sarà impossibile uscire dal letto ad allenarsi, correre sotto la pioggia o perseverare nonostante un infortunio.

La motivazione passa attraverso una valutazione onesta dei propri obiettivi. Se da questa valutazione emerge che l’ obiettivo merita di essere perseguito, se attribuiamo a quell’ obiettivo un valore elevato, allora saremo pronti per mettere in campo la nostra motivazione, a prescindere dagli ostacoli e dalle difficoltà presenti sul cammino. Saremo quindi disposti a faticare, sudare e soffrire.

La motivazione è disciplina. Si compone di quel sistema di regole che ciascuno di noi sceglie di seguire per raggiungere quello che si è prefissato. Possiamo usare tutte le parole del mondo, affascinanti e di impatto, per motivare qualcuno, ma è impossibile imporre la motivazione a chi non riesce a sentirla. E’ impossibile spingere una persona verso una direzione, quando quella persona rema nella direzione opposta. E se pure ci riusciamo è una motivazione effimera destinata a svanire, è più simile al convincere e al far leva sulle aspettative, attivando un impegno volto a non deludere l’ altro più che a perseguire il proprio obiettivo.

Se la persona non ha dentro di sé la convinzione e la volontà di potercela e volercela fare, i discorsi motivazionali non faranno altro che rimarcare un insuccesso praticamente inevitabile.

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