Soelden -3. Ma il pathos?

Eccoci, ormai ci siamo, ormai è imminente l’apertura della stagione agonistica della Coppa del Mondo di sci con il consueto gigante di Soelden. Finalmente torna il grande sci, uno spettacolo interrotto ad inizio marzo che ci ha lasciato sicuramente l’amaro in bocca per una finale di stagione avvincente che ci è stato privato dalle cause che tutti conosciamo. Però questo fine settimana si torna in pista, è importante ricominciare per dare un segnale forte con la speranza che la stagione non venga né interrotta né falsata da fattori esterni allo sci stesso.

Un’attesa durata 7 mesi dunque che sta per esaurirsi, ma che passi in avanti sono stati fatti in questo periodo per cercare di innovare il nostro amato sport, che da qualche tempo ormai fa fatica ad uscire da una stagnazione che non gli permette di mettere in campo la sua reale bellezza? Beh, per fortuna tutti gli atleti si sono potuti allenare regolarmente sui ghiacciai per poter preparare al meglio l’opening, e la stagione e quando è stata ora di annunciare le squadre e le nuove divise dobbiamo ammettere che abbiamo visto importanti novità in campo che ci hanno destato stupore. Le aquile biancorosse hanno lanciato i nuovi completi senza dare troppo nell’occhio e rendendo un po’ più lucido il rosso della tutina, i transalpini che con Muffat Jeandet ci hanno reso partecipi delle nuove tutine, (Grazie Victor che almeno tu ci hai mostrato un po’ di azione con le tue manche di slalom) e noi che grazie ad un’innovativa posa calcistica all’ultimo photoshooting abbiamo dato la giusta immagine a coloro i quali difenderanno i nostri colori in Coppa del Mondo.

Eppure sembra sempre la solita minestra. Sarà che la situazione ci ha resi un po’ asettici, facciamo fatica ad esternare le nostre emozioni e ad essere mentalmente carichi per il classico Opening. Sarà che la situazione ci ha privato di quelle esperienze indimenticabili dell’opening degli scorsi anni, dove al di là della mera prestazione degli atleti salivamo sul Rettenbach per incendiare il ghiacciaio e per goderci tutto ciò che il Tirolo ha da offrire per il famigerato evento. Sebbene quest’anno per ovvie ragioni saremo tutti dietro ai teleschermi a guardare quello che sarà indubbiamente uno spettacolo, l’attesa per l’evento e l’attesa per questo ritorno alla normalità non è stato fomentato dall’ambiente. Tolti i vlog di Pinheiro in norvegese, grazie a cui siamo riusciti a scorgere 4 curve a Saas Fee di un Kilde stratosferico, e qualche instagram Reel dei balletti e del folklore degli svizzeri, sembra che il mondo dello sci sia rimasto in una bolla per mesi, per poi provare ad esplodere in questa settimana.

Sicuramente le intenzioni e gli sforzi degli enti che governano il nostro sport sono stati giustamente indirizzati ad una riapertura in sicurezza della stagione e ci auspichiamo realmente che possano dare i loro frutti durante la stagione invernale, quello che è mancato, come d’altronde negli anni passati, è stato uno svecchiamento generale dell’ambiente che circonda il tutto. Sarebbe davvero impossibile trovare qualcuno come Warner Nickerson, un’ex atleta o anche un personaggio carismatico che abbia a cuore l’immagine dello sci alpino, da mandare in giro per le varie squadre nazionali a scoprire un po’ i segreti dei protagonisti che scenderanno poi in pista, a mostrarci un po’ di azione anche nei momenti di stop dalle gare, a farci vedere come anche loro possano essere persone normali nella vita quotidiana. Invece ancora una volta ci si è limitati a qualche video “Behind the results” e ai soliti resoconti delle gare fatti di pezzi di manche degli atleti saliti sul podio.

E’ da anni che diciamo accenniamo al fatto che sia ora di dare una svolta, di dare un volto nuovo al nostro sport e dargli finalmente la visibilità che si merita, invece, anche questa volta, sembra si sia perduta un’altra occasione. Solo gli atleti sapranno salvarci in questo week end, incendiate il Rettenbach al posto nostro.

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