Che fine ha fatto Leonardo Bonifazio?

Spesso ci chiediamo se nel Mondo esistano personaggi in grado di concepire lo Sport alla Solowattaggio, atleti capaci di amare lo Sport indipendentemente dai risultati, dalle statistiche e dalle medaglie, innamorati follemente della loro passione. Leonardo Bonifazio è uno di questi, un bikeporner imprenditore, uno che alla Milano- Sanremo organizza i fumogeni sul Capo Berta per il fratello Niccolò e capace al tempo stesso di vincere corse di spessore. Un ragazzo prodigio, con una passione per la bici che non si è eclissata nel 2009 al primo anno Junior in cui ha appeso la bici al chiodo, ma è rimasta viva, ritornando a bruciare nel 2015 alla Milano Sanremo. Un 2017 con ben sei vittorie alla Colpack, che non gli hanno tuttavia permesso di passare professionista  facendolo emigrare in Francia per questo 2018.

Leonardo, sulla tua carriera si potrebbe scrivere un romanzo; dopo il ritiro da Junior hai avuto la forza di ritornare in sella. Che cosa ti ha spinto? ” Da Junior andavo forte, avevo vinto al Lunigiana ed ero da poco alla Mastromarco. Purtroppo ho visto da vicino la morte quando il mio compagno Antony Orsani ci ha lasciati a causa di quell’incidente. Fui tra i primi a scendere in quel fossato e dopo tanti anni a volte ci penso ancora. Non ero ancora maturo per andare avanti dopo una tragedia del genere, così dopo una corsa in Venezuela ho appeso la bici al chiodo”.

Che cosa hai fatto per sei anni lontano dalle corse? ” Nel frattempo con un amico avevo aperto un negozio di bici a Viano Marina, dove inizia il Capo Berta e dove organizzo i fumogeni per mio fratello quando c’è la Sanremo. Uscivo in bici nelle pause pranzo con alcuni clienti, ma salirci mi faceva quasi male, non provavo piacere”

Che cosa ti ha spinto a tornare in sella nel 2015? ” Quando mio fratello nel 2015 ha fatto quinto alla Milano – Sanremo, mi sono detto: ” se ce l’ha fatta lui, devo provarci anche io”. Così sono ritornato in gara alla Sanremo per gli amatori, senza allenamento. Ho fatto un tempo tra i migliori dieci e questo mi ha dato fiducia spingendomi a ritornare in gruppo”.

Una gara amatoriale che ti ha però riportato alla ribalta tra gli Under 23 Elite. ” Ho lasciato il negozio e mi sono messo di nuovo a fare il corridore. Ad agosto ho ricominciato e a settembre avevo già vinto la prima corsa. Ho fatto due anni alla Viris Vigevano e poi alla Colpack fino lo scorso anno.

Quando hai avuto la condizione migliore in questi anni? ” Sicuramente lo scorso anno, con sei vittorie, su tutte la San Geo. Ho un peso forma di 56 Kg, vado bene in volata e tengo in salita. Ad agosto ero in trattativa con l’Androni ma poi non abbiamo concluso nulla. Quando poi ad ottobre ho scoperto che sarebbero passati PRO corridori senza vittorie ho perso un pò di motivazione”.

Per quale motivo non sei passato dopo una stagione del genere? ” C’è un sistema sbagliato, il ciclismo italiano è troppo stressato. I ds delle squadre PRO non avendo  il tempo per venire a vedere le corse,  delegano procuratori che spesso non ne capiscono di ciclismo. Tutto ciò porta corridori come me a non essere professionisti. Se guardo atleti che ho battuto come Consonni e Minali, per poi vederne di più scarsi fare i professionisti, mi  fa rabbia”.

Ora dove corri? ” Da questa stagione sono in Francia, c’è tanta passione, ma l’organizzazione non è come in Italia, dal mangiare alle trasferte. Corro per passione, non ho particolari ambizioni. Prossimamente sarò al giro della Loira, mentre in Italia correrò a Biella e al Circuito di Cremona”.

In bocca al lupo Leonardo, allo Swatt Club facciamo sempre il tifo per i personaggi con il tuo carisma, ti aspettiamo alla Red Hook di Milano.

 

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