L’ultima pallottola d’oro del Pistolero sull’ Angliru. Il pagellone dei pagelloni.

Alberto Contador

E’ stato tutto come in un film, che sembra essere stato scritto da uno dei miglior sceneggiatori di sempre. Un finale nel quale tutto il mondo intero ha tifato per un’unica e sola persona: Alberto Contador. Avrebbe potuto presentarsi a questa Vuelta facendo la classica passerella di tre settimane, salutando gli addetti ai lavori e scattandosi selfie con i tifosi da vero pavone della folla durante molteplici cene di gala. E invece è stato un attacco continuo, giorno dopo giorno, fino ad oggi, fino all’ultima tappa della sua carriera. Perchè è finita si dice solo alla fine, e perchè nella vita prima o poi tutto torna indietro.

Fino a questi ultimi 7km micidiali al 13% di media, con punte al 22% che ti intossicano le gambe facendoti uscire il lattato anche dalle orecchie, per scalare l’ascesa più dura d’ Europa, l’ Alto dell’ Angliru. Chissà che cosa avrà pensato El Pistolero in quegli ultimi 45 minuti corsi in solitaria, a difendere quel mero minuto di vantaggio contro gli scatti di tutto il resto della compagine che dietro ha fatto il finimondo. Tutti i ricordi di una carriera intera gli saranno trascorsi davanti agli occhi, dandogli la forza di arrivare in solitaria al traguardo per alzare le mani, per sparare l’ ultimo colpo che aveva in canna, l’ ultima pallottola d’oro, prima di entrare nel container della squadra, prendere la flex e segare definitivamente la sua Trek Emonda in due per la lunga.

Una storia iniziata 10 anni fa, quando al suo primo Giro d’ Italia nel 2008 si fece conoscere dal mondo intero per la sua danza in piedi sui pedali facendo oscillare la bicicletta a destra e a sinistraPoi il separato in casa Astana, dove dovette combattere con la personalità più forte di sempre nel mondo del ciclismo: Lance Armstrong. Quell’ anno Contador vinse il Tour con la squadra che correva spaccata a metà. Metà per lui e l’altra metà per il texano Mellow Jhonny.

Oggi una tappa d’ altri tempi. Il gran finale di questa Vuelta a Espana, atteso ormai da tre settimane. In strada, sull’ ultima salita, l’ ignoranza asturiana la ha fatta da padrone. Un pubblico degno da gazebo Solowattaggio, incontenibile anche dalle forze dell’ ordine. Nebbia fitta in strada, un po’ dovuta al forte tasso di umidità di una giornata eroica, un po’ alle moto ripresa che non riescono a risalire l’ ascesa bruciando le frizioni come solo sul Passo Mortirolo siamo abituati a vedere. Per un attimo ci è sembrato di essere allo Swatt Corner di due anni fa sul Passo Giau; tra le nebbie dei nostri fumogeni e l’ ignoranza dei nostri followers. Proprio oggi, nel giorno in cui Riccardo Magrini è tornato a casa dimesso dall’ ospedale dopo il malore avuto la scorsa settimana. Torna presto in diretta Magro, ti aspettiamo in cabina il prossimo anno al Giro 101 dove dovrai bastonarci rigorosamente in diretta tv in mondovisione perchè a Forcella di Zovo sulla Terribile fermeremo il mondo intero facendolo saltare in aria. Ma andiamo al pagellone:

Alberto Contador: un uomo che corre con il cuore in mano, per la passione della gente. E non per i punti UCI o per le classifiche World Tour come ha fatto oggi Keldermann. Domani andremo tutti nel nostro scantinato di casa e prenderemo a calci i deragliatori dei nostri gruppi elettronici rigorosamente Shimano Dura-Ace. Questa sera però invece, tutti in discoteca a fare indigestione di gin tonic e stuzzichini. Domani sveglia a mezzogiorno ed uscita domenicale severamente vietata in rispetto di un mostro sacro e di una leggenda come El Pistolero, Albertino da Montecatini Terme. Voto 1000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000

Chris Froome: è fatta! La doppietta Tour-Vuelta per la prima volta nella storia, incredibile, che motore da superbollo. Gli ultimi 3km fa un altro sport insieme al suo compare Wout Poels che addirittura ne avrebbe avuto molto di più e rallenta per aspettare il capitano. Per un attimo ci è sembrato di tornare al Tour 2012 quando Froomey si voltava in continuazione per aspettare il baronetto d’ Inghilterra, Sir Bradley Wiggins. Voto 100

Wouter Poels: quando è al servizio della squadra quest’ uomo dimostra di avere sempre delle gambe straripanti. Oggi forse, più forte del capitano Froomey. Immenso anche Dave Brailsford il team manager di questa squadra in sella alla sua Pinarello F10 durante la recon di Juan Antonio FlechaVoto 10

Enric Mas: quando lo stesso sangue spagnolo, madrileno, scorre nelle vene, il biscottone tra due squadre diverse può accompagnare solo. Il giovane, l’ esordiente, che riconosce e rispetta un grande campione durante l’ ultimo atto della sua immensa carriera aiutandolo a portare a termine la missione. Un grande segnale di sport, ma soprattutto di valori. Grande riconoscenza nei confronti di chi ha dimostrato molto in più di te e dal quale si ha ancora molto da imparare. Oggi ha vinto lo sport. Voto 10

Franco Pellizzotti: che condizione per il Delfino di Bibione. Aiuta prima lo Squalo a rientrare dopo la caduta in discesa ed impone poi un ritmo mostruoso sul tratto centrale dell’ Angliru. Oggi anche lui, ne aveva di più del suo capitano, all’ alba dei suoi 38 anni suonati. Voto 8

Vincenzo Nibali: si stacca, cade, rientra. Poi sul tratto al 22% tira il botto finale, e addio sogni di gloria. Giornata no oggi per lo Squalo dello Stretto. Capita. Voto 5

Miguel Angel Lopez: dopo tre settimane da Superman, decide di riscaldarsi dal freddo di oggi con il calore della spia della benzina, la quale si accende illuminandosi di rosso e dicendogli caro Miguel è finita. Voto 4

David De La Cruz: il prossimo anno a Maggio, durante lo Swatt Club Training Camp a Palma de Mallorca gli insegneremo a guidare la bicicletta in discesa sul bagnato. Voto 3

Team Sunweb: uno schifo. Davanti a lavorare aiutando il Team Sky per difendere il terzo posto inutile che Wilco Keldermann andrà poi a perdere staccandosi. Voto 2

Fabio Aru: non può continuare così. Sicuramente una dieta sbagliata, contraddistinta da pasta in bianco a colazione con conseguenti picchi glicemici dovuti al glutine e alle farine 00. Voto 2

Steven Kruijswijk: l’ olandese è l’ unico a provarci. Ma oggi il destino era già scritto, e la storia non si cambia. Voto 1

Wilco Keldermann: quando la mentalità è quella da provinciale, e quando si corre “per i punti” invece che per vincere, è giusto che vada a finire così. Voto 0

Marc Soler: nel posto sbagliato al momento sbagliato. Fischiato da tutti i tifosi a bordo strada come viene fischiato il Real Madrid sotto la curva blaugrana al Camp Nou. Giusto così. Voto 0

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *