Hofer e Deville, la resurrezione delle Fiamme Gialle

Finalmente sono tornati in alto, sono risorti dalle loro ceneri come le fenici. I guerrieri di Knife, Roberto Fontanive scomparso prematuramente lo scorso agosto, sono tornati al posto che gli spetta. Il loro allenatore li assiste dall’ alto, dandogli quello stimolo in più che a molti manca. Mai una parola di troppo, e sempre con quel po’ di sarcasmo che non nascondeva mai la verità.

Ci ha entusiasmato Alex Hofer nel week-end scandinavo di Coppa Europa, dopo essersi guadagnato la qualifica nel Grand PrixSolda. Hofi ha risposto presente all’ ultima chiamata per il salto di qualità definitivo, il treno che ti porta tra i grandi, quello del dentro o fuori; ed è solo quando si capisce di avere l’ultima chance, che allora ci si mette tutto se stesso per non andare a casa affondando definitivamente. Tutto quello che è successo dopo è pura magia; il primo giorno sesto con il pettorale 40, e poi il secondo posto dopo essere stato addirittura in testa nella prima frazione. Adesso si ritrova già in primo gruppo, e la stagione ormai sembra essere in discesa. Speriamo che non perda gli stimoli e la motivazione che lo hanno portato davanti nel circuito continentale, accontentandosi di questi risultati.

Anche il Kaiser è tornato tra i grandi, tra i mostri sacri dello sci mondiale. Il Diavolo di Moena ha risposto presente alla prima occasione datagli, tornando nei trenta quando qualcuno gli aveva già fatto il funerale. Lo scorso anno in giro per le fis ad abbassare i punti, correndo contro ragazzini di neanche vent’anni, facendosi gli sci da solo. Una trafila a dir poco indecorosa per un uomo che possiede una gondola a Kitzbühel, e che ha dimostrato di avere un’ umiltà che un vincitore del Ganslern non dovrebbe avere; fatta però sempre con il sorriso stampato in faccia, quello di un bambino che sta facendo quello che gli piace. Ma è solo quando si riparte da zero che si capisce il vero significato del termine paura; consapevoli di dover ricominciare da capo per dimostrare, a se stessi e non agli altri, il proprio valore ancora una volta. Solo così si ottengono i risultati migliori. E quando lo si fa soli contro tutti la soddisfazione è immensa. E adesso avanti, senza paura. Perchè in uno di quei quattro spazi vuoti per lo slalom di Pyeong Chang, è giusto che dentro ci vada scritto il nome di Cristian Deville.

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