Robottas diventa cigno. Ferrari, bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? L’analisi di Tommy Govoni

Partiamo dalla fine. Un giro in più e, forse, Seb avrebbe messo le mani sul coppone grosso.

Che rimonta, quella del tedeschino.
Con 5 secondi recuperati in 15 giri scarsi, ha riacceso una gara che sembrava non aver più nulla da dire.
Non è bastato.

Eppure la classifica ride, strizza l’occhio a Ditino.
Ma c’è davvero tanto da festeggiare?

La Mercedes, allo stato attuale, è superiore. Soprattutto di motore.
I punti di vantaggio sono tanti, è vero, ma a suon di piazzamenti non si porta a casa un campionato. Non questo campionato.

Ora arrivano Silverstone, Spa e Monza, con Hungaroring e pausa in mezzo.
A naso, Ungheria a parte, ci sarà da soffrire. E mica poco.
In bocca al lupo agli uomini di Maranello. Il Sogno passa dalle loro mani.

A proposito, forse passerà anche dalle mani (e dall’autoscontro) di Robottas.
Perché Valtterino in corsa per il mondiale è la più bella notizia della domenica austriaca.
Jump start a parte – ancora complimenti alla FIA, che davvero non ne piglia una, manco a volerlo – il finnico (quello buono, eh) è stato impeccabile.
15 lunghezze di ritardo dal Nuovo Senna. E se non avesse rotto il motore in Spagna… E se non si fosse piegato a più riprese a 90° per Toto & Nicky… E se…
Se mia nonna avesse le ruote sarebbe una carriola.

Intanto dall’altro lato del box argentato il Nero non dorme sonni tranquilli. Anzi.
Ieri si è dimostrato per l’ennesima volta – quest’anno – un’altalena, in quanto a risultati e rendimento. Non imbrocca due gare di fila, insomma.
Ma a Silverstone vincerà in scioltezza atarassica, no worries.
Già lo vedo, avvolto nella sua bandiera rossa e blu tra un bagno di folla e l’altro.

Infine, due parole su Kimi.
Sergione nel post lo ha cazziato, giustamente.
Iceman gli ha risposto per le rime.
Nel mentre, Alonso faceva spallucce di fronte a domande circa un suo possibile futuro in Ferrari. Preoccupante.
È fantamercato, chiaro, ma da Marchionne e il suo ego è lecito aspettarsi questo e altro. Occhio.

Dalla coda dello Jandri di 2 Alpes,

Tommy Govoni

 

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