Vettel monumentale in Bahrain: l’analisi di Tommy Govoni

《La Gina davanti e tutti gli altri dietro》.

Era dal 2008 che la Ferrari non vinceva due delle prime tre gare. Un segnale forte.

All’indomani di Melbourne scrissi che sarebbe stato fondamentale dare continuità, da subito.
In Cina, per una serie di circostanze, è mancata la vittoria, ma non la velocità.

Il sabato bahrenita, invece, non lasciava presagire nulla di buono. Mezzo secondo abbondante dalle Frecce d’Argento e il solito 《ma in gara sarà diverso》.

E così, a dispetto del pessimismo cronico e serpeggiante, è stato.

Seb, semplicemente perfetto: si è fumato Hamilton alla prima curva e ha messo pressione a Bottas, per poi gestire impeccabilmente le gomme nel finale, scongiurando un ritorno del Nero.
Senza la Safety Car, avrebbe vinto con una manciata di secondi in più di vantaggio.
Una lezione a chi insegue.

Lewis, invece, le ha prese dal compagno di box in qualifica e ha rovinato la sua gara bloccando Ricciardo all’entrata della pit lane, ottenendo così una (sacrosanta) penalità di 5 secondi.
Prima sciocchezza dell’anno di un pilota che, se messo sotto pressione, ne potrebbe combinare molte altre (la storia insegna).
Ha preso una discreta mazzata, ma in Russia sarà lì.
E occhio agli aggiornamenti Mercedes. C’è da aver paura: basta guardarsi un attimo indietro.

Bottas? Un pugile suonato. Anche sul podio.
Il doppio ordine di scuderia deve averlo tramortito, ma ha guidato come un nonno.
Forse è proprio per questo che l’hanno preso…

Su Kimi: ha spinto, ma la partenza cannata gli ha complicato la vita, e non di poco.
Se non avesse avuto problemi al primo pit, sarebbe rientrato dietro ad Ham alla ripartenza della Safety Car e molto probabilmente avrebbe ottenuto la terza piazza finale.
Ciò detto, il suo inizio di stagione è stato pessimo. Da lui ci si attende ben altro.

Capitolo Red Bull. Durante la prima parte di gara, hanno tenuto il passo dei primi, andando a comporre un entusiasmante trenino.
Verstappen, fino all’incidente, ha entusiasmato; un problema ai freni l’ha messo fuori dai giochi.
Ricciardo forse soffre il compagno di squadra: si è fatto infilare al via per poi condurre una corsa anonima.
È davvero ciò di cui ha bisogno la Ferrari?

Le prossime due sono Sochi e Barcellona.
Soprattutto in Spagna si avranno indicazioni più chiare sul reale gap tra Ferrari e Mercedes perché, questo, è un mondiale che si deciderà prima di tutto in fabbrica.

@TommyGovoni

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